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EUROTeleKronaKus (3)

21 Giu

Terza tranche di minchiate da servire fredde, possibilmente di fronte a un palla che rotola e a una pizza che invece no. Sennò rotolerebbero anche altre palle.

Queste cose le ho scritte durante l’incontro contro l’Irlanda (“l’incontro contro” suona proprio male..). Premetto che non avevo bevuto Guinness. Perlomeno non all’inizio. Ma poi era soltanto birra dell’Eurospin.

Bandiere che sfoggiano sul terreno di gioco. Quella irlandese sembra la versione scolorita della nostra. Lo stesso vale per i capelli dei due ct.
È il momento dell’inno. Speriamo di cantare quello alla gioia tra un paio d’ore.
Gelati dai retropassaggi. Si sente l’influsso di Thiago Motta.
Folk irlandese sulle fasce. Al centro la danza dei narcolettici in azzurro.
Italia ubriacata dal gioco avversario. Rubare le loro scorte di Guinness non è stata una gran trovata.
Pirlo si è fatto male calciando la gamba di un irlandese. Ma Tony Stark non era americano?!
Gioco sterile, ragazzi. Così sarà dura partorire gol.
Ci stanno mettendo in croce. Celtica.
Balza-retti: saltare sul culo degli altri e restarci aggrappati per un po’.
Stava per arrivare il regalo Di Natale. E con grande anticipo.
Cassano inzuppa in porta! Al biscotto ci pensano gli altri..
Rimessa di Duff. Gli irlandesi sono gli unici al mondo a bere una birra e a vomitarne un’altra.
Inizia il secondo tempo. Intanto chiamatemi Dan Brown. Mi serve qualcuno che mi decodifichi il Codice UEFA per capire chi cazzo passerà il turno.
Non è che giocando alla tedesca in area fioriscano gol, eh…
Stiramento per Chiellini. Aveva la divisa sgualcita.
Fallo laterale. Nel senso che adesso gli irlandesi hanno il cazzo storto.
Fuori Cassano, dentro una (non) punta. Di Diamanti.
Ho visto una striscia di maionese su una pagnotta bruciacchiata a forma di cranio. Balotelli è pronto a entrare.
Pirlo oggi ha il piede freddo. Gelato. Fanculo Motta.
Fuori Duff. Troppa schiuma.
Fuori Di Natale. Senza fretta. Il 25 dicembre è ancora distante.
Trap, ricordati da dove vieni. E metti dentro le riserve.
L’Italia ha l’ansia da prestazione e fa cilecca. Non riesce a metterlo dentro.
Spagna in vantaggio. Ho sentito un Oro Saiwa sbriciolarsi.
Balotelli, rete spettacolare!! Il fatto è che il portiere è scivolato su una macchia di Calvé.
È fatta. Abbiamo passato il turno. Adesso il grande dilemma: stappare una Guinness o festeggiare con latte e “biscotto”?!
 

E se non ne potete più domenica sera tifate Inghilterra. Intanto qui si continua.

EUROTeleKronaKus (2)

18 Giu

Ops, I did it again! Anche se non ho le poppe della Spears. E nemmeno le chiappe.

Culo, sì. Stasera ne avremo bisogno. Ma soprattutto avremo bisogno di palle. Tante palle. In rete ma non solo. Prima di tutto serviranno quelle nelle mutande. Bisognerà giocare con gli attributi di fuori, e questo significa sostanzialmente due cose. Primo, la Uefa economizza sui calzoncini da gara. Secondo, Cassano l’omofobo non si muoverà dallo spogliatoio.

Dicevo che l’ho fatto ancora. Ho profanato il sacro calcio con le mie freddure. Stasera torneranno comodo, con quest’afa.. (ecco la prima). Di seguito la raccolta dei miei ghiaccioli formato battuta in occasione del match tra i nostri smutandati e quelli croati.

Primo angolo per l’Italia. Speriamo non sia retto.
Maggio ha perso l’attimo. E dire che ha avuto un mese intero.
Marchisio sembra un attore di Cento Vetrine. Speriamo non lo prenda come un alibi per fare il manichino.
Balotelli fa tutto da solo. Costretto dai compagni ad alzare la cresta.
Balotelli attivo ma non conclude. Prandelli, la mayonese non basta. La prossima volta prova a mettergli in testa un po’ di salsa piccante.
Croazia avanti. Brivido felino. Come il riflesso di Buffon.
No, no e no. Chiedere a Cassano di andare in profondità è come chiedere a Cecchi Paone di non farlo.
Balotelli: “Dammela prima”. No, non è lui il metrosexual.
Attenzione all’inserimento croato. Cassano in fuga verso gli spogliatoi.
Marchisio lascia andare un filtrante. Ma non s’intende con il fantasma formaggino.
L’Italia sciupa palle golose. Anche loro in paranoia per la prova costume.
Cassano sbaglia la diagonale. Nessuna sorpresa. I votacci li aveva sicuramente in italiano, ora sappiamo che li aveva pure in geometria.
Tamponamento tra croati. Impossibile decifrare le targhe.
Marchisio non punta al gol. Vuol uccidere il portiere a suon di pallonate.
Italia in gol!!! Pirlo, piede magico, è già stato opzionato per il prossimo Harry Potter.
Dicono che Pirlo abbia un bel culo. I piedi, donne, quelli dovete guardare.
Fine primo tempo. Tutti negli spogliatoi. Andate a riprendere Cassano, va.
Destro fiacco?! Ma se non è nemmeno stato convocato!
Balotelli preso da dietro. Cassano, terrorizzato, fugge di nuovo negli spogliatoi.
Deviazione di Maggio. La palla arriva adesso a fondo campo. Era un tiro lemme lemme. (QUESTA MI SA CHE NON L’HA CAPITA NESSUNO..)
Thiago Motta prende un croato per il collo. Dev’essere un pronipote di Hulk Hogan.
E chi di wrestling ferisce..
Fuori Motta dentro Montolivocic… Scusate, comincio a fare confusione.
L’arbitro fa l’occhiolino a uno dei giocatori. E noi che cercavamo il metrosexual tra quelli senza fischietto..
Pareggio croato. Fanculocic.
Fumo in campo. Ma l’Olanda non aveva giocato ieri?!
Fallo di Montolivo. Questo non aiuterà a far tornare Cassano in campo.
Fuori Cassano. Dichiarazione a caldo: “Meglio fuori che dentro”.
I croati alzano il gomito. Vogliono festeggiare prima del triplice fischio finale.
Ma Mourinho fa il guardalinee?!
“Dai che c’è tempo”. Qualcuno faccia notare al telecronista Rai che è già la fine del recupero.
Prandelli intervistato. Stavolta l’audio c’è. Charlie Chaplin non nasconde la sua delusione.
X. Non tanto per il pareggio quanto per l’incognita qualificazione.
 

E stasera si ricomincia. Basterà cliccare qui verso le 20 45. Astenersi bevitori di Guinness.

A cena col nemico (2)

3 Mag

“modifiche nella premessa:  in un contesto del genere, la nostra idea…..(sociale, lavoro, scuola,….) (da qui)..Attività come cene….che hanno dato il loro contributo. questo punto lo togli E’ questo lo scopo de”il tu eco” che non è più soltanto il nome della nostra lista civica …. Dal sociale alla viabilità, sicurezza………attraverso un centro di aggregazione per anziani e per giovani. ciao KronaKus”

Il giornalino sta per uscire. Finalmente. Ma è un rush finale molto accidentato. Cavilli burocratici da far passare la voglia. E ritocchi su ritocchi. Come questi. Il boss mi ha spiegato cosa fare attraverso questa mail. Ho sinceramente fatto fatica a capirci qualcosa. Mi sono consultato pure con Arlecchino, ma niente. E tempo fa era già successo questo. Temo che qua per vincere le elezioni non sarà tanto una questione di culi rifatti e di autoreggenti da mettere, ma di un “reparto comunicazione” che è un po’ tutto da rivedere.

A cena col nemico

1 Mag

Il culo bello alto, il petto in fuori e gli occhi che parlano da soli. E’ entrata così in quella chiesa sconsacrata, costringendo noi ometti a fare commenti che quella chiesa l’avrebbero sconsacrata comunque. Eravamo lì per un compleanno. Un nostro amico si era fatto convincere da un’altra nostra amica, così ci siamo ritrovati con una convinzione di terza mano a festeggiare le sue ventinove candeline alla cosiddetta Cena del sorriso. Io che sono tradizionalista pensavo si riferissero a quello orizzontale. Poi è entrata lei, e ho capito che forse s’intendeva proprio quel sorriso che va da nord a sud, e che con labbra e denti non ha proprio niente a che vedere. O perlomeno si spera.

Eravamo lì, in terra straniera. In realtà eravamo a un passo dalla Baia delle Zanzare, ma comunque avevamo poggiato i nostri culi sul territorio di un altro comune. Ma poco importa. I sorrisi verticali sono argomento universale. Potremmo anche essere stati in Burundi: in quella tavolata di ottuagenarie lei spiccava alla grande, ed è diventata l’argomento principe di quel dolce inizio di serata.

Il mio compagno di sedia? Un nostro caro amico. Di lavoro fa l’autista, ed è uno poco incline alle metafore. Roba che se ne incontra una per strada la investe di sicuro. E’ uno che se ha in mente una scena da film porno te la racconta come farebbe Tinto Brass dopo quattro mesi di astinenza. Ne sono uscite chiacchiere da osteria. Anzi, da night. Poi l’amica che ci ha trascinati lì (che Dio la benedica) ci ha dato la sveglia. Ragazzi, guardate che quella lì è la sindachessa!!

Dunque. Il tenore dei discorsi, poi, è rimasto all’incirca lo stesso, perlomeno fino all’arrivo dei paccheri con le verdure saltate, che ci ha riempito la bocca con ben altri argomenti. Ma nel frattempo si era insinuato in me uno strano tarlo. Una preoccupazione così velata che quasi non esisteva, accompagnata da un sospetto e da una consapevolezza poco confortante. Io non stavo facendo niente di male, ma poi ho realizzato cosa stesse realmente accadendo. Ero a cena col nemico.

Il fatto è che il giornaletto locale di cui sono direttore è quello di una lista civica che è arrivata seconda alle ultime elezioni di questo comune extra-Baia. A vincere è stata lei, soave 31enne regina del consiglio comu(a)nale che durante la cena ha sorriso a destra e a manca (d’altronde era il tema della serata..), infrangendo cuori e cucinando fondute di giovani elettori che probabilmente chiederanno il domicilio da quelle parti soltanto per poterla votare. Il mio amico anti-metafora abita proprio in un paesino della zona, e quando sarà ora metterà di certo la sua X sulla faccia della sindachessa in cerca di riconferma. Perché secondo il mio amico il voto è un diritto e un dovere. E non c’è più grande dovere (e più grande diritto) di avercelo diritto.

Detto in parole povere, io lavoro per la concorrenza. Per l’opposizione, che al prossimo giro di urne conta di mandare a casa la signorina che ha attirato i nostri bulbi oculari come api al miele. E non c’è niente di male se per puro caso mi sono ritrovato a cena insieme a lei e ad altre cento e passa persone. Il problema è che ho capito che una così non la si batte sicuro, che l’unica chance che i miei “clienti” hanno di vincere le elezioni è di candidare Belen, o sperare che il giorno del voto gli uomini del paese vengano tutti bloccati a casa dalla dissenteria.

A me hanno promesso la direzione del giornalino del Comune. Il problema è che prima il Comune bisogna conquistarlo. La concorrenza è spietata, e ha i mezzi per fare queste e ben altre conquiste. Di certo sarà anche una donna piena di risorse, questo io non lo so e non lo metto mica in dubbio. Ma viviamo nell’epoca del Bunga Bunga, della politica dell’immagine sempre e comunque. E il boss ultrasessantenne della lista civica per cui lavoro non vincerà nemmeno se si raderà la barba e se farà campagna elettorale in autoreggenti. Tantomeno così.

Share the popò

17 Apr

Piermario Morosini che si accascia in campo e muore. Hillary Clinton che si alza dalla sedia e vive. Ho colleghi molto strani, io. Gente che si accanisce sui drammi altrui mandando in onda a ripetizione, come un disco rotto, gli istanti in cui la vita di un giovane calciatore se ne va senza avvisare. Come se la presenza di un prato verde e rettangolare giustificasse qualsiasi tipo di moviola. Anche quella della morte. La signora con la falce era in fuorigioco, cazzo, ma quel cornuto di un arbitro ha convalidato lo stesso il gol. Ti aspettiamo fuori, bastardo.

Dicevo dei miei colleghi. Scribacchini muniti di fot(t)ocamere, convinti che i balli alcolici di un’autorità morigerata e composta come la moglie di un certo ex-presidente americano (quello che ben conosceva labbra e lingua della donnina che sta sulla mia maglietta) debbano fare per forza notizia. Come se non fosse umana pure lei. Come se l’abito gessato che indossa pure per fare popò dovesse avere (in)gessato anche la sua anima, e allora se per una volta muove un po’ il culo in barba all’etilometro (che poi il culo mica guida, al massimo gli serve per fare la popò col gessato) deve finire assolutamente su tutti i giornali. E’ che poi se ne parla uno ne devono parlare tutti, sennò sai che figura. Share the shit, baby. Share the popò.

 


Io non sono nessuno. Sono soltanto un povero freelance. Professionista, sì, ma solo per una questione di tesserino. Di etichetta. Abbiamo tutti bisogno di un’etichetta. Anche i miei colleghi. E a loro gliela do io, l’etichetta. Anche se non sono nessuno, ma però sono bravo a etichettare. Anche se non si dice. Sono bravo, sì. Me l’ha insegnato mia nonna.

Giornalisti?
No.
Giornalai?
Nemmeno.
Giornalettari.
Ecco. Sì. E oggi sono buono.

Giorni cruciali

29 Gen

La caldaia nuova? Non dirò nulla. Non dirò che la mia casa si è trasformata da Polo Nord a Equatore. Non dirò che scrivo facendo la sauna, e che ci sono già dei piccoli problemi per cui stamattina è dovuto tornare il tecnico. No, non lo dirò.

Ok l’ho detto, ma non importa. Mi fermo qui. E’ che il resto sta andando così a gonfie vele che a confronto le tette di Lolo Ferrari sono poco più che noccioline. Tutto è cominciato ieri sera, quando ho portato il computer dal dottore (un mio amico che ne sa più di Bill Gates e Steve Jobs messi insieme) per risolvere una volta per tutte il problema della ventola. Era dallo scorso aprile che si spegneva per surriscaldamento. Mi ha formattato tutto. Ora a suo dire ho un computer che lavora al massimo del suo potenziale, e pare che sia ancora una bella macchinuccia, che questi due anni di onorata anzianità non li dimostri affatto. Bene. Ma nonostante gli elogi, di partire la ventola non ne voleva proprio sapere. No no. Perché non era questione di driver o di sistema operativo. La soluzione? Due o tre colpetti da fuori con uno stuzzicadenti. E via. Adesso fa talmente casino che mi sembra di lavorare con una portaerei. Proprio come ai vecchi tempi. E io godo.

Meno uno. Poi il cell dalla batteria moribonda che mi ha retto una chiamata di oltre un’ora, e il vecchio caricabatterie che è tornato improvviamente a funzionare (anche se soltanto per una notte.. ok, facciamo un quarto d’ora). Ma è stata la prova che qualcosa stava accadendo. Tutto è cominciato due sere fa, all’ora di cena, quando mio padre ha scoperto di aver vinto al lotto. E al superenalotto. Cioè, ha fatto tre, insomma un bottino da dodici miseri euro. Noccioline, mica come le tette della cara Lolo. Però colpisce la strana congiuntura astrale che ha fatto coincidere una serie di ambi e terni (di certo ha aiutato la fissa di mia padre di giocare le stesse schedine in ricevitorie diverse..) più una vincita al superenalotto, cosa che non ci succedeva da circa tre anni. Più il computer rinato, il cellulare che fa gli straordinari e il caricabatterie resuscitato dall’oltretomba. Ma il meglio doveva ancora venire.

Sono giorni cruciali. Ieri ho vissuto emozioni forti, continue. Ho ricevuto notizie importanti. Alcune intere, altre soltanto a metà. Al punto che la sera, al pub con gli amici, non sapevo a cosa brindare. Cioè, a cosa brindare prima. Se alla notizia, quella intera, della mia ammissione all’orale (no Silvio, non è come pensi). Oppure se la notizia, quella mezza, che forse un giornale locale sta cercando qualcuno che scriva dalla Baia delle Zanzare, nientemeno che la mia città.

La storia è infinita, un po’ come in quel film che mi aveva incantato da piccolo. Vi basti la mia gioia. Vi basti sapere che su consiglio del mio fumettaro di fiducia ho provato ad approfittare dell’immensa fortuna che ho in questi giorni, di un culo grande quanto il mondo intero. Ho giocato al Superenalotto. Chissà che stasera non vinca pure io la bellezza di dodici euro.