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KronaKe dalla Baia (sottotitolo: il lavoro non c’è, dovrò pur inventarmi qualcosa)

1 Lug

Bambini che si vantano delle loro scoregge subacquee, oppure di perdere bava dalla bocca. Culi ormai troppo giovani per me. Un sole che spara, e non è detta che abbia il porto d’armi. Vendaioli da spiaggia che cercano di propinare bandane a donne che di quella d non sanno proprio che farci. Ombrelloni a righe bianche e blu, come se in commercio non ci fosse altro. Ometti di mezzo metro che gridano alla mamma: “Ti si vede la tetta!”.

Scusate, mi ero distratto.

Scogli che non si muovono, ma che comunque non si lamentano mai. Straniere dalle trecce strane e la parlata ancor di più. Facce nuove e facce che non cambiano. Minorenni in acqua che cantano alla Barry White. Rumori inquietanti che sembrano loffe, ma poi ti volti e vedi materassini che si sgonfiano. Teletubbies con la voce da Gabibbo che gridano di voler dormire sotto l’acqua. Hobbit che rovesciano ombrelloni viola. Aquiloni in serie che rovesciano la mia quiete. Addominali sparsi che mi danno nostalgia dei miei. Pre-adolescenti con la testa avvolta nell’asciugamano, e che cercano attenzioni cantando Celentano. Che ci fa pure rima. Cellulite su cui si può anche passare sopra. Letteralmente. Magnum che costano un fegato, e senza fegato ciao Magnum. E poi il cocco, che costa sempre uguale. Ma che forse forse ha un po’ meno sapore.

EUROTeleKronaKus (2)

18 Giu

Ops, I did it again! Anche se non ho le poppe della Spears. E nemmeno le chiappe.

Culo, sì. Stasera ne avremo bisogno. Ma soprattutto avremo bisogno di palle. Tante palle. In rete ma non solo. Prima di tutto serviranno quelle nelle mutande. Bisognerà giocare con gli attributi di fuori, e questo significa sostanzialmente due cose. Primo, la Uefa economizza sui calzoncini da gara. Secondo, Cassano l’omofobo non si muoverà dallo spogliatoio.

Dicevo che l’ho fatto ancora. Ho profanato il sacro calcio con le mie freddure. Stasera torneranno comodo, con quest’afa.. (ecco la prima). Di seguito la raccolta dei miei ghiaccioli formato battuta in occasione del match tra i nostri smutandati e quelli croati.

Primo angolo per l’Italia. Speriamo non sia retto.
Maggio ha perso l’attimo. E dire che ha avuto un mese intero.
Marchisio sembra un attore di Cento Vetrine. Speriamo non lo prenda come un alibi per fare il manichino.
Balotelli fa tutto da solo. Costretto dai compagni ad alzare la cresta.
Balotelli attivo ma non conclude. Prandelli, la mayonese non basta. La prossima volta prova a mettergli in testa un po’ di salsa piccante.
Croazia avanti. Brivido felino. Come il riflesso di Buffon.
No, no e no. Chiedere a Cassano di andare in profondità è come chiedere a Cecchi Paone di non farlo.
Balotelli: “Dammela prima”. No, non è lui il metrosexual.
Attenzione all’inserimento croato. Cassano in fuga verso gli spogliatoi.
Marchisio lascia andare un filtrante. Ma non s’intende con il fantasma formaggino.
L’Italia sciupa palle golose. Anche loro in paranoia per la prova costume.
Cassano sbaglia la diagonale. Nessuna sorpresa. I votacci li aveva sicuramente in italiano, ora sappiamo che li aveva pure in geometria.
Tamponamento tra croati. Impossibile decifrare le targhe.
Marchisio non punta al gol. Vuol uccidere il portiere a suon di pallonate.
Italia in gol!!! Pirlo, piede magico, è già stato opzionato per il prossimo Harry Potter.
Dicono che Pirlo abbia un bel culo. I piedi, donne, quelli dovete guardare.
Fine primo tempo. Tutti negli spogliatoi. Andate a riprendere Cassano, va.
Destro fiacco?! Ma se non è nemmeno stato convocato!
Balotelli preso da dietro. Cassano, terrorizzato, fugge di nuovo negli spogliatoi.
Deviazione di Maggio. La palla arriva adesso a fondo campo. Era un tiro lemme lemme. (QUESTA MI SA CHE NON L’HA CAPITA NESSUNO..)
Thiago Motta prende un croato per il collo. Dev’essere un pronipote di Hulk Hogan.
E chi di wrestling ferisce..
Fuori Motta dentro Montolivocic… Scusate, comincio a fare confusione.
L’arbitro fa l’occhiolino a uno dei giocatori. E noi che cercavamo il metrosexual tra quelli senza fischietto..
Pareggio croato. Fanculocic.
Fumo in campo. Ma l’Olanda non aveva giocato ieri?!
Fallo di Montolivo. Questo non aiuterà a far tornare Cassano in campo.
Fuori Cassano. Dichiarazione a caldo: “Meglio fuori che dentro”.
I croati alzano il gomito. Vogliono festeggiare prima del triplice fischio finale.
Ma Mourinho fa il guardalinee?!
“Dai che c’è tempo”. Qualcuno faccia notare al telecronista Rai che è già la fine del recupero.
Prandelli intervistato. Stavolta l’audio c’è. Charlie Chaplin non nasconde la sua delusione.
X. Non tanto per il pareggio quanto per l’incognita qualificazione.
 

E stasera si ricomincia. Basterà cliccare qui verso le 20 45. Astenersi bevitori di Guinness.

Ho in testa una sesta

17 Apr

La mia ultima ragazza ha una quarta. Due ragazze fa, quella invece portava una sesta. Il peso dei discorsi di certi palestrati si misura in mammelle. Argomenti di peso, letteralmente, a seconda della circonferenza. Oggi tra i pesi ho sentito dei ragazzi parlare così, con facce serie che mi hanno pure un po’ spaventato. Non possono dire ‘ste cose come fossero da Marzullo. Ma ognuno dà peso a quel che pensa abbia peso, mentra e me pesa un certo pensiero. Mi pesa l’idea di aver chiesto i soldi ai miei per iscrivermi in palestra anche in questa primavera. Mi pesa che sia stata una loro spesa. Ed è una cosa che pesa almeno quanto una sesta. Il prossim’anno voglio farcela da solo. Voglio togliermi questo peso. I pesi li voglio pagare da me. O mi possa stuprare questo mostro qua sotto.

Giorni cruciali

29 Gen

La caldaia nuova? Non dirò nulla. Non dirò che la mia casa si è trasformata da Polo Nord a Equatore. Non dirò che scrivo facendo la sauna, e che ci sono già dei piccoli problemi per cui stamattina è dovuto tornare il tecnico. No, non lo dirò.

Ok l’ho detto, ma non importa. Mi fermo qui. E’ che il resto sta andando così a gonfie vele che a confronto le tette di Lolo Ferrari sono poco più che noccioline. Tutto è cominciato ieri sera, quando ho portato il computer dal dottore (un mio amico che ne sa più di Bill Gates e Steve Jobs messi insieme) per risolvere una volta per tutte il problema della ventola. Era dallo scorso aprile che si spegneva per surriscaldamento. Mi ha formattato tutto. Ora a suo dire ho un computer che lavora al massimo del suo potenziale, e pare che sia ancora una bella macchinuccia, che questi due anni di onorata anzianità non li dimostri affatto. Bene. Ma nonostante gli elogi, di partire la ventola non ne voleva proprio sapere. No no. Perché non era questione di driver o di sistema operativo. La soluzione? Due o tre colpetti da fuori con uno stuzzicadenti. E via. Adesso fa talmente casino che mi sembra di lavorare con una portaerei. Proprio come ai vecchi tempi. E io godo.

Meno uno. Poi il cell dalla batteria moribonda che mi ha retto una chiamata di oltre un’ora, e il vecchio caricabatterie che è tornato improvviamente a funzionare (anche se soltanto per una notte.. ok, facciamo un quarto d’ora). Ma è stata la prova che qualcosa stava accadendo. Tutto è cominciato due sere fa, all’ora di cena, quando mio padre ha scoperto di aver vinto al lotto. E al superenalotto. Cioè, ha fatto tre, insomma un bottino da dodici miseri euro. Noccioline, mica come le tette della cara Lolo. Però colpisce la strana congiuntura astrale che ha fatto coincidere una serie di ambi e terni (di certo ha aiutato la fissa di mia padre di giocare le stesse schedine in ricevitorie diverse..) più una vincita al superenalotto, cosa che non ci succedeva da circa tre anni. Più il computer rinato, il cellulare che fa gli straordinari e il caricabatterie resuscitato dall’oltretomba. Ma il meglio doveva ancora venire.

Sono giorni cruciali. Ieri ho vissuto emozioni forti, continue. Ho ricevuto notizie importanti. Alcune intere, altre soltanto a metà. Al punto che la sera, al pub con gli amici, non sapevo a cosa brindare. Cioè, a cosa brindare prima. Se alla notizia, quella intera, della mia ammissione all’orale (no Silvio, non è come pensi). Oppure se la notizia, quella mezza, che forse un giornale locale sta cercando qualcuno che scriva dalla Baia delle Zanzare, nientemeno che la mia città.

La storia è infinita, un po’ come in quel film che mi aveva incantato da piccolo. Vi basti la mia gioia. Vi basti sapere che su consiglio del mio fumettaro di fiducia ho provato ad approfittare dell’immensa fortuna che ho in questi giorni, di un culo grande quanto il mondo intero. Ho giocato al Superenalotto. Chissà che stasera non vinca pure io la bellezza di dodici euro.

Big Tits

8 Set

Avete presente Fantozzi, con la sua libidine, la sua lingua fuori posto e quegli occhi allupati? Lo avete bene in mente? Bene. Ora focalizzatevi su di me. Pensatemi in mezzo a chili e chili di carne fresca (spero). Carne morta, ma… non tutta. C’erano anche le arzille tette della moglie del macellaio, e non erano neppure da sole. Pensate: c’era pure la moglie del macellaio!
E il macellaio, ma di quello chissenefrega?

Non mi permettono di fare il giornalista come, dove, quando e quanto vorrei, ma in compenso oggi ho rivalutato il mestiere del fotografo. Un bel lavoro. Che non si mangia e che non si usa per mangiare. Anche se oggi un po’ di fame mi è venuta. E di certo non per le salsicce secche.

Sono entrato nella bottega di Tano verso le 18. Sì, perché il macellaio ha pure un nome. Oltre a una moglie e alle sue due figlie. Della moglie. Esatto, proprio quelle due.
Mi sono presentato. “‘Sera – ho detto, facendo attenzione a scandire bene la “r” per non farla confondere con una consonante che avrebbe alterato pericolosamente il significato del mio saluto – sono qui per la foto.
Spero non si sia accorto, il buon vecchio Tano, che mentre parlavo i miei occhi stavano già cercando la carne. Quella viva, s’intende. Non so se la cosa sia passata inosservata, ma di certo il burbero “smazza cosciotti” mi ha guardato con sospetto. Però mi avevano messo in guardia: Tano fa così con tutte le persone di sesso maschile che entrano nel suo negozio. Suppongo non abbia mai accettato il compromesso tra i floridi affari che ha potuto fare finora, grazie alla sua consorte, e il prezzo da pagare. Quello di avere una moglie famosa, e non di certo per il suo Q.I..
Dicono che un giorno abbia preso a calci nel deretano uno dei suoi fornitori, dopo averlo scoperto a parlare con la sua donna di quanto bello fosse lo yacht di suo cugino, e di quanto quest’ultimo fosse disponibile a prestarglielo per eventuali gite di piacere.

Ma a me è andata bene. Il mio culo non ha fatto da punging ball ai poco delicati anfibi di Tano. Lui è massiccio, tozzo, barbuto. Tano, non il mio culo. Che però dev’essere piaciuto alla giovane e generosa tettona. Il mio culo, non Tano. Oddio, forse anche lui. Altrimenti non lo avrebbe sposato. A meno che il loro matrimonio non sia niente più che un accordo commerciale in cui lo sposo vende e la sposa allestisce la vetrina. Una camicetta semiaperta e il suo lavoro è finito. Le basta poco per diventare la testimonial ideale di ripieni e polpettoni.

Dicevo: la bella mi ha guardato le chiappe per diversi minuti. Io ho fatto una ventina di scatti, e stavo quasi per andarmene quando è arrivato il fornitore di cui sopra, quello col cugino “presta yacht”. Tano lo ha guardato in cagnesco e lo ho portato nella cella frigorifera. Credevo che la verifica delle scorte fosse una scusa per rinchiuderlo dentro. Pensavo di essere sul luogo di un omicidio. Ci pensate che scoop?
Invece il macellaio si è limitato a marcarlo a uomo, mentre la sua donna mi chiamva dicendomi: “Ehi, tu, fotografo… Sai che sei carino?”.

Tano deve aver installato due parabole di Sky al posto delle orecchie. Si è voltato verso di noi e mi ha guardato come farebbe Gattuso con l’avversario portatore di palla.
Io, per non perdere le mie e per non trasformare la macelleria in un mattatoio, mi sono affrettato a ringraziare la signora e a porgerle i miei omaggi. Fantozzi sì, ma mica scemo!

Questo lavoro è decisamente troppo pericoloso. Dovrebbero pagarmi l’indennità di rischio. Altrimenti dovrò stipulare un polizza anti-macellai.

Ciao Stagista

5 Set

Tempo di saluti. Senza nemmeno potermi abituare all’idea, oggi la Stagista se n’è andata tra un “ciao” e un “arrivederci”. Tornerà a trovarci, dice. Le credo, anche perché non vedo per quale motivo non dovrebbe farlo. Lei è riuscita meglio di me a legare con il Capo e con la Direttrice. Abbiamo caratteri diversi, ma questo l’ho già detto. Questione di adattamento. Di atteggiamento mentale.
Io sto sbagliando qualcosa, ormai è chiaro. Eravamo come due partigiani, a fare resistenza in un ambiente che, in un certo senso, ci è abbastanza ostile. Un’opposizione contro la maggioranza al potere, non per numero ma per ruoli.

Eppure lei è entrata più di me in sintonia con chi di dovere. Devo ripensarmi. Da capo. Devo applicare nella realtà lo stesso tipo di sdrammatizzazione che riesco a mettere in atto quando racconto la mia tragicomica vita di redazione. Devo cominciare a divertirmi sul lavoro , per quanto possibile.

Lunedì, intanto, non mi annoierò di certo. O perlomeno non i miei ormoni. Mi è stato dato un incarico extragiornalistico (tanto per essere originali). Andrò a fotografare la moglie del macellaio più in voga della città. Anzi, la moglie più in voga tra quelle dei macellai della città. Dicono che sia la macelleria più amata dagli italiani, un po’ come la Scavolini per le cucine. Dagli italiani, nel senso di uomini italiani. Perché, senza nulla togliere al fascino di Lorella Cuccarini, sembrerebbe che la gentil signora ami esporre il proprio davanzale come fosse parte integrante della carne da banco.

Il motivo di questa commissione non richiede tanti chiarimenti. “La carne della tettona”, così i più bavosi hanno ribattezzato la macelleria in questione, è uno degli sponsor della nostra rivista. Inutile dire che fotografare le grazie della moglie del titolare, magari zoomandoci pure sopra, possa fare solo che bene alla popolarità di giornale e negoziante. Un po’ meno alla mia dignità professionale, ammesso che ne sia rimasta almeno l’ombra.

Ma non mi lamento. Sono pur sempre un uomo, diamine! Francamente non credo proprio di averla mai vista, questa donna. Non sono ancora entrato nel giro della spesa, se non per dare occasionalmente una mano a mia madre.
Ormai sono curioso. Lunedì andrò a fotografare “la carne della tettona”. Letteralmente.