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(A)caro amico ti scrivo (2)

24 Mar

Voci di corridoio dicono che è ora di pulirlo. Il corridoio, dico. Le voci sono quelle dei fantasmi che lo abitano. Che saranno anche eterei, ma pure loro si sono rotti i coglioni di questo surplus di polvere, degli acari in sovrannumero, delle piattole nomadi, dei topi vagabondi, delle blatte che fanno rave party tra una camera e l’altra. D’altronde quando si lavora tanto non è facile trovare il tempo per onorare il proprio turno di pulizie. Si aspetta la domenica. Ma vedrete, verranno tempi migliori. Sogno già da oggi il momento in cui sarò in pensione. Sarà allora che pulirò la casa tutti i santi giorni, che la trasformerò nel più lucido degli specchi.

Care blatte, spero abbiate fatto una buona scorta di birra. Il vostro sfratto esecutivo non è per adesso.

Ghost’s writer

7 Dic

Sant’Ambrogio. Il patrono degli stacanovisti. Mentre Milano sonnecchiava tra i neon natalizi e sotto la prima nevicata di un inverno già piuttosto gelido, io me ne sono stato in redazione. Un privilegiato. Come sempre. Fortunato. Fortunatissimo. Qua si festeggia il patrono. E io lavoro. E niente neon. E niente neve. E niente gelo. E niente uncazzodiniente. Cosa voglio di più? Una flebo va benissimo, grazie.

Stamattina per andare a lavoro ho attraversato qualche viale. Per fortuna tra la stanza che ho preso in affitto e la redazione sono soltanto venti minuti di strada. Ho preso il tram, come mi capita spesso ultimamente. Senza pagare il biglietto, ovvio. Eh oh, so’ pprecario, io. Ma appena vedo salire uno che assomiglia anche solo vagamente all’ombra del trisnonno del ricordo dell’ologramma di un controllore scendo. E il resto del tragitto me lo faccio a piedi. Stamattina ho visto venir dentro uno col giubbotto blu (per me i controllori sono tutti così), e mi son detto non si sa mai. Così sono sceso. In giro non c’era nessuno. Solo io e un pallido sole. Neppure gli alberi sono riusciti a farmi compagnia, potati per le feste proprio nell’ultima settimana. O forse era la scorsa, ormai ho perso il conto. Milano città fantasma, sì. Proprio come quei fantasmi che ho provato a intervistare nell’ultimo periodo. Contatti impossibili, cinguettii improbabili da ricercare su Twitter. Eh sì, io sono quello delle interviste agli spettri. Signor Casper, lei ha qualcosa da dichiarare?!

casperFUCK

Amen.

EUROTeleKronaKus (4)

26 Giu

Questa volta ho davvero esagerato. Mi son fatto prendere la mano. Per favore, restituitemela. Quarantacinque giri. Di parole. Freddure gelate. Guardate la colonnina di mercurio e sparatemi un sonoro grazie. Quarantacinque euro-cazzate, dicevo, di quelle da competizione. Io contro Martufello. Secondo me finisce pure che perdo.

Al via l’ennesima, inutilissima EUROTeleKronaKus.
Bandiere in campo. Lampante l’identità delle squadre. Italia contro Croce Rossa. Se ci facciamo male siamo in buone mani.
Difficile scrivere freddure di fianco a mio padre che urla e subito dopo ha il coraggio di dire che queste partite non lo prendono più..
Calcio d’inizio. Dio salvi la regina. Ma non oggi, grazie.
“Palo!”. E sbuca un portiere cinese.
Balzaretti, cross per Casper. Si prevede un gol fantasma.
Buffon non ha riflessi. È direttamente uno specchio.
Balotelli, è ora che ti guadagni la pagnotta. Suvvia, parti pure avvantaggiato. La maionese già ce l’hai.
Buffon come Spider-Man. Ma c’è un Parker tra gli avversari. Sembra una sceneggiatura Marvel.
“Dobbiamo ancora trovare la posizione giusta”. Qualcuno tolga il libro del kamasutra da sotto gli occhi del telecronista Rai.
Balotelli s’è mangiato il gol, la maionese e tutta la pagnotta.
L’Inghilterra è partita forte, ma adesso stiamo controllando noi. Loro sono passati al cricket.
Balotelli, più entusiasmo. Ho capito la faccetta nera, ma questo non è calcio balilla.
Cassano. Passaggio. A vuoto.
Fase statica del gioco. Prandelli e Hodgson tentati dalla briscola.
Cassano tira per levarsi la ruggine di dosso. E io che pensavo fossero brufoli.
Motta indisposto. O ha le sue cose o è indigestione di cornetti.
Welbeck avanza solo. Talmente solo che sta per mettersi a piangere.
Finisce il primo tempo. Nessun infortunato. Palese la noia dei crocerossini.
Secondo tempo al via. È chiaro, però, come all’Italia manchi una punta. Uno che penetri. Che arrivi fino in fondo. Che lo metta dentro. Che ci faccia gridare. Godere. Cambio: fuori Cassano dentro Siffredi.
Tiro. Parata. Tiro. Parata. Tiro. Fuori. Gli azzurri con le mani sui capelli. Qualcuno passi uno scottex a Balotelli.
Svelato l’arcano degli errori di Balotelli. Non vuole segnare contro gli inglesi. Teme la rescissione del contratto.
Abate e Young, testa contro testa. L’azzurro sofferente. L’inglese è chiaramente un cornuto.
La loro difesa ha dei buchi che ci permettono di entrare. Rocco, pensaci tu.
Dai Diamanti non nascono i fior. E i gol??
Barzagli ammonito. Senza aver fatto male a nessuno. I crocerossini ostentano delusione.
Italia con il 4-3-2-1. Boom.
Italia ad albero Di Natale. Un chiaro messaggio subliminale per Prandelli.
Ma niente. Entra Maggio. Tutto un altro periodo dell’anno.
Overtime. L’Italia per vincere deve fare soltanto una cosa. Passare a Pirlo una bombola d’ossigeno.
Prandelli con una macchia in rilievo sulla giacca. O nei paraggi ci sono piccioni con la dissenteria oppure Balotelli si è messo a fare headbanging durante la pausa.
Giallo per Maggio. Ancora c’è tempo.
Il telecronista Rai ricorda come adesso ogni errore possa essere fatale. Ravanata tra i coglioni da parte di Buffon.
Balotelli, tiro telefonato. “Mi pari? Ma quanto mi pari??”.
Altro tiro telefonato di Balotelli. La Telecom ha già pronto il cesto per Natale.
Palo di Diamanti. Qui non si bada a spese.
Guardate bene. Diamanti non ha tatuaggi. È un frigorifero bipede pieno di calamite.
Young. Giovane. Ma con la botta che ha preso sta comunque per perdere tutti i denti.
Occasione d’oro per Diamanti. Momento prezioso per l’Italia.
Nocerino! Palla in porta!! …. Fuorigioco. Come perdere l’ugola per l’anima del cazzo.
Urla disumane a casa KronaKus. Tanto rumore per nulla.
Un finale rigoroso. Li mortacci..
Ok, sì, dai Diamanti nascono i gol. Quelli decisivi.
Italiani, popolo di scommettitori. Rigori, praticamente una lotteria. E chi avrebbe dovuto vincere se non noi??
L’Italia è in semifinale. Siete condannati alle EUROTeleKronaKus a oltranza.

E ho detto tutto. Appuntamento qui per giovedì sera, pronti per la semifinale contro i tedeschi. Calmi, però. Non vi agitate. State c(r)auti.

Notte dopo l’esame

19 Gen

Questo è il mio terzo attacco. Nel senso che è la terza volta che comincio a scrivere questo post, e alla fine mi sono dovuto arrendere alla cosa più onesta che avessi da dire. Questo è il mio terzo attacco, appunto. Lucidità mentale ai minimi storici. Ho gli occhi più chiusi che aperti, le dita che ormai digitano da sole come fosse il ritmo del loro respiro. Normale. Otto ore passate dentro un’enorme sala conferenze, a scrivere articoli, sintesi, risposte a questionari. In sostanza, a scrivere il nostro futuro, alle prese con un esame che sulla carta metterebbe n crisi pure Wikipedia. E di ore, la notte prima, ne avevo dormite soltanto quattro. Non per colpa di Samara, eh. Con tutti quei capelli, io e lei abbiamo avuto dei seri problemi durante i preliminari, così l’ho dovuta licenziare. Non tutte le Ruby vengono col buco (e a quasto punto mi domando con cosa vengano).

E’ stato un gran giorno per me. Anche se saprò soltanto tra minimo una decina di giorni se è stato davvero così. Ammetto di avere avuto il mio solito culo, lo stesso che avevo vuto al Fantacalcio durante il girone di andata, ma che al ritorno mi ha letteralmente abbandonato. Ma io lo sentivo che non si trattava di un tradimento. Il mio bel sederone si era trasferito altrove, si stava risparmiando per oggi, il giorno della verità. Sì, perché sono uscite entrambe le tracce su cui mi ero preparato. Il caso Fiat, con un taglio molto abbordabile. E la polemica Lega – Vallanzasca. Ho fatto la seconda, per evitare di cadere nella trappola dei tecnicismi che qualche sapientone della commissione mi avrebbe di certo contestato. La sintesi era abbastanza semplice, delle domande ne sapevo quattro su sei. Alle altre due ha pensato la Provvidenza, diciamo.

Sono moderatamente ottimista. Potrebbe essere andata bene, grazie alla fortuna e, concedetemelo, alla lungimiranza di aver puntato sulla diatriba tra Carroccio e il film di Placido in uscita. Che ora come ora diventa un dovere morale andare a vedere. Ieri mattina mi sono trovato l’articolo sui tre giornali che avevo comprato. E ho sentito qualcosa, come un richiamo. Dico davvero. Mi sono messo a leggere, riassumere, ripetere. E in serata ho pure scritto un articolo sulla questione, così per scaldarmi i muscoli. All’una stavo per andare a dormire, poi mi sono accorto che su Repubblica.it erano uscite le reazioni del regista e di Kim Rossi Stuart, indignati come non mai. Lì ho capito che oggi, nella sezione spettacoli, sarebbe potuta uscire davvero una traccia su Vallanzasca. Bingo. Ma se ho vinto qualcosa lo saprò soltanto più avanti.

Mi accingo a dormire per l’ultima notte in questo The Ring’s Hospital Motel, la terza consecutiva. Sono uno dei pochissimi coglioni ad aver preso una stanza con un giorno d’anticipo, e prendendosela larga pure in uscita. Così sono di nuovo solo in questo albergo che, a dir la verità, non si è mai riempito davvero. Anche se a me avevano detto che sarebbe successo il contrario. Samara, invece, è ormai prossima alla cassaintegrazione. Io domattina prenderò il treno e me ne tornerò alla mia Baia delle Zanzare. L’obiettivo dei prossimi due giorni sarà riportare la mia psiche a livelli vagamente umani. Non sono come quelli che non sono riusciti a chiudere occhio per via dell’esame, ma sono come quelli che, nelle ultime settimane, hanno avuto per tutto il tempo un solo pallino fisso. Passarlo. Non mandare a puttane i quattrocento fottuti euro dell’iscrizione. E soprattutto evitare lo stress di un ciak due. Che una pressione così si regge senza problemi, ma di problemi ce ne sono ancora meno a non doverla reggere.

Ho bisogno di ritrovare la calma, di distendere i nervi nonostante l’attesa per il risultato e l’obbligo di non mollare ancora la presa. Perché se tutto va bene tra un mese circa ci sarà l’orale. Quello della bocciatura è un fantasma che è duro a morire. Anche perché i fantasmi sono già morti, e voglio proprio vedere come fanno a morire due volte. Magari lo chiederò a Samara. Che in fondo stanotte mi sento solo, e già mi manca quella sua bella chioma nera come il petrolio e dall’odore di merluzzo.