Ero una schiappa, ma in fondo mi è rimasto sempre nel cuore. Sono passati ormai undici anni da quando ho smesso di giocare a basket. Ho tanti ricordi legati a quel periodo. Gli allenamenti, l’integrazione con i compagni che non è mai riuscita davvero, le partite giocate dagli altri. Io ero l’ultimo dei panchinari. Se non l’ultimo, il penultimo. Ero precario pure lì. Anzi, ero poco più che uno stagista. Direi che in linea di massima non è cambiato granché. Beata coerenza.
La mia passione si rinnova ogni anno. E’ una piccola grande magia che si ripete proprio in questo periodo. I playoff Nba mi hanno sempre appassionato. Ringrazio di avere Sky e il suo decoder che mi registra le dirette notturne. Me li sto gustando. O meglio, vorrei gustarmeli, ma questo è un lusso che ultimamente non mi viene concesso come vorrei.
A ridosso delle finali capisco che c’è qualcosa che non va nel mio modo di seguire le partite. Le registro di notte, o al massimo il giorno dopo quando va in onda la replica, ma finisco sempre per guardarmele la notte dopo. E vuoi o non vuoi mi sono fottuto il risultato delle ultime tre. Odio gli spoiler, le anticipazioni. Se qualcuno mi racconta come finisce un film prima che io lo guardi, beh, il testamento non l’hanno mica inventato per caso. E’ per questo che adoro Caparezza, sì, ma con questa canzone mi ha costretto anche a odiarlo un po’. Mi sono fottuto il risultato delle ultime tre, dicevo. Ora scusate, vado a suonare il benjo costruito con i miei nervi tirati.
Miami Heat – Chicago Bulls, gara 4. La mattina dopo la partita, un “amico” su Facebook che sa della mia passione mi ha detto: ..101 a 93.. Ho dovuto stopparlo al volo. Noooooo, non mi dire per chi, non mi dire chi ha vintoooo! Il tipo si è scusato, e io lì per lì mi sono convinto di aver salvato il salvabile. Ma ho guardato la registrazione soltanto la notte dopo, e ho avuto diverse ore per rimuginarci sopra, per capire che ormai il danno era stato fatto. Innanzitutto perché in una partita punto a punto come quella bastava vedere chi per prima raggiungesse i 95 per capire che poi avrebbe anche portato a casa la vittoria. E poi il simpatico dispensatore di risultati non richiesti l’ha sicuramente letto in qualche sito d’informazione italiano, dove mettono prima il punteggio della squadra di casa e poi quello degli ospiti, al contrario di come fanno in America. Sapevo che giocavano a Miami. Ora sapevo che avrebbe pure vinto.
Dallas Mavericks – Oklahoma City Thunder, gara 5. Sfida decisiva. Vincendo, i texani si sarebbero aggiudicati la finale. Non l’ho guardata la notte dopo, ma addirittura la mattina dopo ancora. Tre minuti alla fine, i Thunder in vantaggio di 15 punti. Sembrava fatta. Mio padre è tornato dal lavoro, lui che come al solito la mattina sbircia il risultato sul sito di Repubblica. Mi ha detto: Ancora questa, guardi?! E lì ho capito che quel vantaggio sarebbe durato poco. Detto fatto. Gran rimonta di Nowitzki e compagni, Dallas prima finalista. Mio padre sapeva tutto, e anche se gli ripeto sempre di non fiatare che poi tanto intuisco, lui mi ha fatto capire che stavo guardando una serie di playoff ormai archiviata. Mi hanno fatto troppo sveglio, che ci devo fare?!
Chicago Bulls – Miami Heat, gara 5. Altro match fondamentale. In caso di vittoria, Miami avrebbe raggiunto Dallas e se la sarebbe giocata per il titolo. L’ho guardata la notte dopo, ma giusto un’oretta prima sono riuscito a rovinarmi la sorpresa. Ero in un locale piuttosto “in” della mia bella Baia delle Zanzare. In un tavolo non molto lontano da me c’era il mio ex-allenatore di basket, quello che ha fatto di me uno scaldapanca professionista. Mi ha visto, mi ha salutato. E fin qui tutto bene. A distanza di anni la confidenza è poca, anzi, forse non c’è proprio mai stata, e questo di certo non mi ha aiutato nel tentativo di aumentare il mio minutaggio di gioco. Ma quantomeno questo mi ha permesso di evitare di ritrovarmelo faccia a faccia per fare due chiacchiere sui playoff d’oltreoceano. Speranza vana. Perché si è avvicinato a lui il figlio del titolare del locale, che un tempo ci ha fatto pure da sponsor, ex-giocatore pure lui, di pochi anni più grande di me. Hanno cominciato a parlare. Ma come si fa a perdere dopo… Ho capito l’andazzo, mi sono tappato le orecchie e a fare bababà con la bocca in modo da non sentire. Mi sono fermato un attimo, ma non avrei dovuto farlo. Ho sentito l’allenatore ribattere con un Quello è giovane, lo vedremo per tanti anni… Merda, mi ero rovinato pure questa. Ho intuito che dopo una partita dominata quasi fino all’ultimo, una delle due squadre si sarebbe fatta rimontare. Facile capire chi. La stella di Chicago è Derrick Rose, scheggia sul campo e grande promessa della pallacanestro per tutta la prossima decade e oltre dati i suoi ventidue anni e mezzo. E così è andata. I Bulls hanno perso grazie ai tiri da tre di Dwyane Wade e LeBron James segnati quasi al fotofinish, e proprio Rose ha sbagliato il tiro che avrebbe potuto metterci una pezza. E ho capito anche che mio padre sapeva pure questo. Quando mi ha detto quel Ancora questo guardi?, lui sapeva che entrambe le due finaliste erano già state decise.
Come detto, c’è qualcosa che non va. Le informazioni girano, soprattutto in questa epoca. E io questo dovrei saperlo bene. Ho contatti su Facebook che mi fanno i blitz in chat rovinandomi i finali di partite che devo ancora vedere, mio padre che parla e straparla senza capire che mi fa intuire le cose. Ora pure gli ex-allenatori che chiacchierano con gli ex-giocatori anticipandomi il risultato un’ora prima di mettermi comodo davanti al televisore. Devo cambiare strategia. Per comodità avevo rinunciato al bello della diretta, ma il brutto della differita è che spesso non riesci a goderti lo spettacolo fino in fondo. E che spettacolo! Tutte partite tirate con rimonta in chiusura. Che peccato rovinarsi il colpo di scena.
Tra due notti cominciano le finali. Ho deciso di guardarle la mattina dopo, fresche di registrazione. Facebook chiuso. Telefono staccato così mio padre non mi può chiamare nemmeno da lavoro. E un cecchino sul portone del mio ex-allenatore (chissà se abita ancora dietro casa mia??) che gli impedirà di muoversi di casa. I love this game, but i hate the fucking spoilers!!
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Non avevano niente da fare..