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Per colpa di Chi

5 Nov

Per colpa di ChiVa bene. Va bene, ho capito. Non c’è bisogno di fare così. Non c’è bisogno di usare le maniere forti, di dirlo con le cattive. Mollo. Io mollo. Mollo tutto. Non voglio più fare il giornalista (se si può dire che in effetti lo stia ancora facendo). Ma davvero, non è il caso di fare così. Non è il caso di umiliarsi per farmi arrivare a tanto. Sarebbe bastato chiedere. Sarebbe bastato continuare con tutte quelle mail del cazzo, tra una risposta finto-gentile e un finto-tariffario e l’altro. Sarebbe bastato aspettare ancora un po’. Senza arrivare a tanto, davvero. Ero già sulla buona strada. Avevo già imboccato la via dell’abbandono. Della rinuncia. Non c’era bisogno di abbassarsi così. Non c’era bisogno di dirmelo con tanta grettezza. Non c’era bisogno di farmi vergognare di voi, e per voi. Voi che avete scambiato il giornale per l’osteria, l’informazione per il sessismo gratuito. Voi che con la dignità vi ci siete puliti il culo. Vi ci siete masturbati, e ora siete qua a farci ascoltare i vostri fottutissimi, amarissimi, squallidissimi gridolini. Vendendo alcuni scatti che immortalano una donna intenta a mangiarsi un gelato come fosse una notizia. In allegato, la vostra anima.

Una cosa del genere non è ammissibile, e va al di là di ogni credo politico. Non c’è notizia, in questo servizio che avete trasformato in un servizietto. Così come non c’è più dignità, in voi, né amor proprio in quello che fate. E io, piuttosto che diventare come voi, mi do al marketing. Io che il marketing lo odio. Io che il marketing lo considero il male in Terra. Un po’ come voi, giornalettari della domenica, anche se oggi è mercoledì. Un brutto mercoledì. E io resto qua, a sperare che qualcuno vi faccia passare anche un brutto venerdì, come si suol dire. Nel frattempo mi rimetto a leggere fumetti. E ora provate a dirmi che sono un gretto superficiale. C’è meno porno in un hentai che tra le vostre pagine incollate dallo sperma.

Il suicidio del cronista

21 Ago

Sabato ho visto uno che stava comprando le parole crociate. Poi ha preso in mano una rivista scandalistica. Io penso che siano quelli come lui che inconsapevolmente ammazzano quelli come me. Alimentano un’editoria che non ha niente da dire, e che se dice qualcosa fa danni. Danno linfa a giornaletti per gente come loro. Senza curiosità, sono semplicemente morbosi. Persone che in realtà non vogliono scoprire un bel niente, ma incensarsi per quello che già sanno. Cercano lo scandalo nelle faccende altrui, e risolvono cruciverba ostentando la loro cultura da quarta elementare (in quinta sono stati bocciati due volte, mi spiace).

Poi ci sono quelli come me, che stanno dall’altra parte della barricata. Gente che va sul posto, che vuole vedere per poi raccontare. Persone che si occupano soltanto di cose serie. Serissime. Che fanno quello che fanno perché il giornalismo è giornalismo, la cultura è cultura, il sapere è sapere. E il mirtillo è mirtillo. Che non c’entra niente, ma però fa bene alla vista. Soprattutto a chi come me passa intere giornate di fronte allo schermo di un Mac, a fare l’orlo ai testi, a lavorare di uncinetto con le locandine dei programmi tv. A scrivere che quello, quello e quell’altro vanno in onda il giorno X all’ora Y. A me che mentre il tizio si prendeva le parole crociate e le riviste per stalker legalizzati me ne stavo lì a guardare lo speciale estivo a colori di Dylan Dog. Senza nemmeno comprarlo. Io penso che siano quelli come me che inconsapevolmente ammazzano quelli come me.

Bunga bunga nostalgia (ma anche no)

25 Nov

Monti incontra la Merkel e nemmeno le dà della culona. Sta a vedere che ‘sto governo in scala di grigi ci fa pure le riforme. Quanto egoismo. E adesso noi poveri gossippari d’assalto di cosa cazzo scriveremo?!

Quando finisce un amore (3)

10 Ago

George Clooney ha già scaricato la sua nuova fiamma, l’ex-wrestler e attrice Stacy Keibler, per aver spifferato su Twitter di essere stata invitata nella villa di lui sul Lago di Como.

Sbrodle. Twit. S-ciaf.

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Ok. Cosa c’è per merenda?

Quando finisce un amore (2)

6 Ago

George Clooney ha trovato una nuova fiamma, l’ex-wrestler e attrice Stacy Keibler.

Urca. Woah. Spawn.

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Ok. Cosa c’è per pranzo??

Quando finisce un amore

22 Giu

George Clooney ed Elisabetta Canalis non stanno più insieme.

Sigh. Sob. Gulp.

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Ok. Cosa c’è per cena?

Oggi Sposini

30 Apr

Il mondo si è fermato. Succedono disgrazie, si susseguono una dopo l’altra calamità più o meno naturali. Il mondo si è fermato, sì. E non per Fukushima, non per la Colombia, non per la democrazia moribonda di un paese come il nostro. William e Kate si sono sposati, così il mondo che conosco si è trasformato in un mondo a livello Signorini. E poi si è fermato.

Due miliardi di gossippari ficcanaso hanno assistito a una cerimonia pomposa e vetusta come le chiappe di Fred Flinstone. Non due milioni, due miliardi. Non sono aggiornato in merito a quante anime umane o pseudo tali abitino questa Terra desolata e desolante, ma a occhio e croce stiamo parlando di oltre un quarto della popolazione mondiale. Un matrimonio che definire in grande stile sarebbe riduttivo. Una festa nuziale divenuta planetaria, finanziata dai network televisivi di tutto il globo, cassa di risonanza di un “sì lo voglio” che suona d’amore ma anche un po’ di porno. E questo spiegherebbe almeno un po’ di tutta quell’audience.
Ero in palestra quando la radio ha detto (sì, nella Baia delle Zanzare le radio parlano) che grazie ai diritti televisivi gli introiti sono stati dieci volte la spesa sostenuta per tutto l’evento. Questo significa che i numeri consentirebbero altre nove cerimonie così, tutte rigorosamente a scrocco. Con le dame e gli scacchi. E i cappellini appoggiati nelle parti più impensabili del cranio, che sembrano cadere da un momento all’altro ma che invece sono ben retti da chissà quali corna invisibili. Copricapo pendenti, troppo pendenti. Altro che made in London, quello era tutto made in Pisa!

Mi si scusi se il mio pensiero va altrove. William e Kate mi stanno pure simpatici, davvero. Hanno dei volti freschi, quasi mi piacciono. Poi lei è semplice e bella, come io credo debba essere qualsiasi donna con la d maiuscola. Spero non si rovinino con il tempo, e di certo non mi riferisco ai segni inevitabili di una vecchiaia che non risparmia neppure le corone. Però mi si scusi se ieri sono andato a letto pensando a ben altri sposini. Quelli, anzi quello, con la s maiuscola. Sarà solidarietà tra “colleghi”. Sarà senso di umanità. Sarà che lo vedevo condurre il Tg5 quando ancora aveva un suo perché, e quando non potevo sapere che un giorno avrei preso questa strada. Sarà che i malori prima degli ottanta mi fanno sempre un po’ spavento, figuriamoci prima dei sessanta. Sarà che questa storia mi fa sembrare ancora più precaria questa vita in cui tutto, ma proprio tutto si è tolto la maschera e ha mostrato il suo vero volto. Il volto di un precario, appunto. Sarà che spesso ho pensato al suo percorso. Prima giornalista in senso stretto, poi quel senso di stretto a fare soltanto il giornalista. Dai notiziari alle giurie di ballerini improvvisati, passando per i falsi sorrisi nei salotti di Giletti e per la brodaglia pomeridiana che ogni giorno ci truffa facendoci credere di starci raccontando la vita in diretta. La vita in diretta si vive e basta. E per te, caro Lamberto, non è ancora il tempo delle repliche.

Figlio di un gossipparo

29 Lug

E’ stato un anno di trasferte. Ho vissuto lontano da casa, dagli amici, dai genitori, dai parenti in genere. In questi due mesi di pausa sto cercando di rimediare. Oggi, ad esempio, sono andato a pranzo da mia nonna paterna. C’eravamo tutti. Io, mia madre, mio padre. E mia nonna, naturalmente. Ci voleva, non ci vedevamo da mesi, contando anche che lei non abita come noi nella Baia delle Zanzare. E infatti di vampire volanti non se ne è vista neanche una.

Dopo pranzo le solite chiacchiere. Mio padre e mia nonna sembravano due vecchie zittelle. Polemiche. Pettegole. E per quanto lei sia giustificata dall’età e dalla sua condizione di vedova, il mio caro genitore lo è un po’ meno.

Ma a pensarci bene mio padre è proprio così. Non vecchio e zittello, ovvio, ma polemico e pettegolo sì. Anche se nega. Nega spudoratamente. Mio padre è un Alfonso Signorini dei poveri. Quando lo faccio passare per un suo fan sembra quasi che si offenda. Si anima per ribadire il suo no. E infatti mio padre è per il buon giornalismo, non per i piccoli scandali buoni solo a non far crepare di noia le fanatiche della tinta e della permanente. Ma è innegabile che che a lui piaccia farsi gli affari degli altri.

Mio padre è un giornalista mancato, io lo dico da sempre. Ha l’indole giusta. Curioso fino a diventare ficcanaso. Analista dei fatti, anche se in un modo tutto suo. Perennemente informato su tutto, e quello che non sa se lo inventa. Non gli manca proprio niente.

Ma oggi l’ho osservato, l’ho ascoltato. Stava lì a discutere con mia nonna dei fattacci dei vicini e dei parenti (e dei parenti dei parenti), ma anche delle indiscrezioni sulla presunta liaison tra George Clooney ed Elisabetta Canalis.

Forse sono figlio di un gossipparo. Se potete, abbattetemi subito. Fatelo finché siete in tempo. Prima che inizi a fare davvero carriera.

La mia è una stirpe pericolosa.