Mi rendo conto di quanto sono fortunato. Fortunato nella sfiga di non esserlo stato affatto. Se il mio stage ha fatto pena è anche colpa mia, lo so. Ma ora questo non m’interessa. Ora sto riflettendo su altre cose. Sto riflettendo su quanto sia stato grande il privilegio di aver da poco finito di vedere (e di fare) tutto quello che odio del giornalismo. Ho visto la parte marcia, così la prossima volta saprò dove cercare la polpa. La parte succosa. Quella buona.
Agenzia. Economico. Dare voce ai politicanti di turno. Ecco le tre parole, o quello che sono, che non devono far parte del mio futuro di giornalista. Ecco i tre spauracchi, i tre indicatori di un fallimento sicuro.
Non è un caso se volevo fare uno stage di online. Dicono sia il futuro, anche se è evidente come non esista ancora un modello commerciale capace di farne una professione sicura e remunerativa. Purtroppo mi ritrovo a voler fare il giornalista in un momento in cui tutto sta cambiando. Come, non si sa. Ma forse forse l’online, un giorno, si rivelerà essere la terra promessa di questa strana e bistrattata professione. Vedremo. Sapevo, quindi, che l’agenzia non mi sarebbe piaciuta. E’ stata pur sempre un’esperienza, ma io sono più per l’approfondimento che per la tempestività. Non m’interessa “stare sulla notizia” quando lo fanno già gli altri. Per me il giornalismo non è una gara di velocità, ma una sfida giocata sulla comprensione profonda dei fatti. Da parti di chi scrive e di chi legge. Sono un cronista fuori dal coro, lo so. Ma d’altronde non è colpa mia. E’ che mi disegnano così.
E’ un caso, invece, che abbia lavorato per l’economico. Sono ragioniere, o così dice il mio diploma. E in cinque anni di scuola ho imparato che l’economia non mi piace affatto. Anzi, quasi mi fa schifo. Negli anni mi sono ritrovato a mio agio più con la penna che con la calcolatrice, più con le parole che con i numeri. Ma una volta arrivato in redazione, a inizio stage, non potevo
permettermi di decidere io che cosa avrei dovuto fare. O forse sì, ma sono una persona umile, anche se a volte non sembra. E prima mi piego. Poi, prima di spezzarmi, mi rialzo. Faccio scegliere agli altri, comincio in modo servizievole, nell’accezione più pulita del termine. Inoltre un mese è veramente poco, non ho nemmeno provato a farmi spostare in un altro settore. Appena il tempo di prendere confidenza con persone e meccanismi dell’economico, che eravamo già ai saluti.
E’ un altro caso, poi, quello di aver dovuto dare voce alle facce da culo di turno. Ho scoperto a mie spese che le agenzie ti mandano alle conferenze per un motivo ben preciso. Non per cercare la notizia, come logica vorrebbe, ma per far parlare e riportare quanto detto dal politico di turno. Dal presidente di turno. Da chi detiene la carica più alta. Insomma, da chi in quel momento ce l’ha più grosso.
Ma io sono affascinato dal lato umano delle cose. Mi piace capire, scavare e poi capire di nuovo osservando quanto sono riuscito a dissotterrare. E voglio raccontare alle persone quello che c’è da vedere. Preferisco metterci un giorno di più, ma farlo bene. Voglio entrare nel cuore di chi mi legge, non limitarmi a solleticargli la mente con due righe fresche di stampa. Anzi, di bit. E voglio dar voce a chi non ce l’ha. Voglio mettere sul piedistallo chi ce l’ha piccolo e farlo sentire il nuovo Rocco Siffredi. Voglio restituire dignità a coloro cui la società l’ha negata, e senza darmi un limite. E poi odio gli sproloqui propagandistici dei ministri, che infilano a forza i loro proclami autocelebrativi come vibratori senza vasellina.
Sono davvero fortunato. Ora la strada la vedo più chiara. Lontana, ma chiara. Ho capito che le deviazioni sono tante, che l’itinerario è tortuoso. E che certe strade portano a paludi più comode di certe foreste, ma che non per questo puzzano meno. Tutt’altro.
Qui ci vuole una rivoluzione del mio approccio. A colazione mangerò pane e intraprendenza. Servono iniziative mirate, per non finire nel lato più torbido di una professione che ha due facce. Una di merda e l’altra di cioccolato. E ora che mi son sporcato con la prima, mi è venuta una gran voglia di strafogarmi con la seconda.
Lavorerai affinchè accada! Bravo! 🙂
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KronaKus, tu sì che sei un Giornalista. Uno di quelli che davvero rispetta la dignità della professione.
Ho avuto discreti contatti con il mondo del giornalismo e con aspiranti giornalisti, ma di rado mi è capitato di conoscere una personalità come la tua.
Riuscirai sicuramente ad assaggiare il lato buono della professione; ti saranno d’aiuto il tuo senso dell’umorismo e la tua caparbietà.
Continua così 🙂
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Spero tu riesca a fare ciò che dici e che troverai qualche direttore/editore di giornale che te lo permetta
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Salve, posso invitarti sul nuovo social network per blogger?
Il link è http://profiloblogger.com
Accetti l’invito?
Cordiali Saluti
Lorenzo Sinisi
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“sicuramente”? 😀
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Sì, sicuramente.
Lo dici anche tu: conoscendo il lato torbido della professione potrai evitarlo.
😉
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evitare quell’altra non significa necessariamente mangiare la parte buona 😀
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Il giornalismo ha due facce: una di merda e l’altra di cioccolato.
Se eviti la parte peggiore sei per forza di cose in quella migliore, ammettendo una divisione netta tra le due facce.
Se poi consideri i vari gradi che intercorrono tra le due facce, beh allora devi considerare anche i vari sapori e odori derivanti dalle varie mescolanze…
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C’è sempre la terza faccia.
Che non è merda, non è ciocolato, ma non è nemmeno giornalismo…
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E cos’è?
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Beh, ormai ti leggo da un anno circa. Stavo finendo io il mio primo stage e ricordo ti commentavo. Mi piacerebbe che tu partecipassi a un progetto di informazione che sto portando avanti con alcuni giovani giornalisti e un blogger. Ti lascio il sito e non aggiungo altro, mi poter contare anche sulla tua penna perché scrivi davvero bene: http://www.dirittodicritica.com
a presto,
Emilio F. Torsello
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beh devo dire che è un progetto sicuramente interessante.
mandami una mail (kronakus@hotmail.it) per spiegarmi che tipo di contributo vorresti da me..
e poi avvertimi quando me l’avrai mandata perché non controllo quasi mai la posta.. 😀
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Beh, controlla la posta…
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